FABRIANO

Tutta la zona pedemontana del fabrianese con i limitrofi territori di Sassoferrato, Arcevia, Genga e Serra San Quirico, ha costituito nell’antichità un habitat favorevole all’insediamento umano, testimoniato anche dai numerosi ritrovamenti.

Dalla colonizzazione romana ebbe origine il vocabolo Fabriano come un aggettivo da un nome gentilizio romano (Faberius), che indicava il possessore di un fondo nel luogo ove ppoi sorsero i castelli medioevali.

Fabriano ebbe origine da due castelli feudali, che formarono poi un unico centro grazie alle favorevoli condizioni per lo sviluppo delle industrie (la prima quella dei fabbri) per la vicinanza del fiume Giano.  I fabbri diedero lo stemma al nascente Comune che ebbe il suo maggiore sviluppo nel secolo XIII.

Verso la metà del XIII secolo cominciò la costruzione delle nuove mura, così la città raggiunse la sua massima estensione e si divise in quattro quartieri ed in mezzo ad essi sorgeva il Palazzo del Popolo (1255).

Dell’antica configurazione Fabriano conserva il tracciato delle strette vie all’interno del recinto delle mura ed alcuni dei più importanti edifici perlopiù nella zona centrale.

All’arte dei fabbri si aggiunsero quelle della carta, della lana, della concia delle pelli ed altre.

E’ probabile che Fabriano sia stata la prima città in Italia o addirittura in Europa a lavorare la carta di lino, i Fabrianesi inventarono la colla gelatinosa ed utilizzarono per primi le marche in filigrana.

L’ANTICA ARTE DELLA FILIGRANA 

UN PROGETTO DEL ROTARY CLUB DI FABRIANO REALIZZATO PRESSO ZONA CONCE

Fabriano, insignita Città Creativa UNESCO per l’Artigianato e le Arti Popolari, è conosciuta in tutto il mondo come Città della Carta. L’attività cartaria a Fabriano risale alla seconda metà del XIII secolo. La carta non è stata inventata qui, ma le innovazioni tecnologiche introdotte dagli abili cartai fabrianesi consentono di attribuire alla cittadina marchigiana la qualifica di “culla della carta occidentale”. Queste innovazioni sono: la collatura del foglio con gelatina animale, che sostituì gli amidi utilizzati dalla carta araba; la pila idraulica a magli multipli, che permise un incremento della produzione; l’applicazione del signum, o filigrana, un vero e proprio marchio di ogni mastro cartaio, che rendeva riconoscibile il proprio foglio di carta; un segno d’acqua che ancora oggi è utilizzato nelle carte di sicurezza e per personalizzare in modo esclusivo la propria carta.

A Fabriano oggi, presso Zona Conce, nuovo polo museale della città nato grazie ad un progetto della fondazione Carifac, abili mastri cartai e filigranisti producono ancora carta filigranata secondo l’antico metodo. Il Rotary Club di Fabriano, che ha anche appoggiato la Fondazione Carifac nell’iter di candidatura della città di Fabriano per il riconoscimento della carta filigranata tra i Beni Immateriali dell’UNESCO, ha realizzato un importante progetto: la creazione della filigrana del Rotary, un prezioso oggetto da collezione, dal valore artistico e simbolico; un foglio di carta Fabriano personalizzato con la filigrana raffigurante il logo del Rotary.

                                                      

Fabriano è una città di antiche tradizioni artistiche, uno dei pochi luoghi nelle Marche che possano vantare più di due secoli di attività pittorica (XIV e XV secolo). Non si può parlare di scuola pittorica nel senso stretto del termine, ma di personalità che sono solo apparentemente non legate l’una all’altra,  che invece ad un occhio più attento si manifestano nelle creazioni con un unico comune denominatore che riconduce a quella atmosfera in cui gli artisti si sono formati. A Fabriano si possono ammirare famosi capolavori  di  Allegretto Nuzi (Fabriano, 1320-1373). 

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